So che non sono una brava blogger. Se lo fossi, aggiornerei quotidianamente con le mie avventure il blog ed invece sono trascorsi mesi.
Dove ci eravamo lasciati? Ah si, a prima delle vacanze. Ora invece siamo, inesorabilmente, giunti al “dopo”. Perché i giorni di ozio scappano sempre in fretta, mentre quelli di lavoro non passano mai? Misteri del lavoro…
Quest’anno voglia zero. Da brava precaria ho dovuto ricominciare un’altra volta tutto daccapo (e chissà per quanti anni dovrà essere così): scuole nuove, colleghi ed alunni da conoscere. Mi sa che mi deprimerò…non sono una che ama le novità, non è facile adattarsi, preferisco di gran lunga la mia piccola nicchia di “certezze”, ma per questo sono nata nell’epoca sbagliata. Cosa abbiamo noi trentenni oggi se non un grande punto interrogativo davanti a noi? Sono stanca di conquistarmi la stima delle persone per poi dover ricostruire tutto, anno dopo anno. Ti fai conoscere ed apprezzare e cosa resta di ciò? Niente. E’ come giocare a fare i castelli di sabbia: più riesci a farlo bello, più l’onda che lo travolgerà è in agguato e tu lo sai sin dall’inizio che questo è. E’ così che mi sento in questo momento: come una che si ammazza di lavoro per costruire qualcosa per poi rendersi conto che ha sbagliato tutto. Anzi, peggio ancora, mentre mi ammazzo di lavoro so che andrà tutto perso. Le difficoltà mi hanno sempre sconvolto, non ho mai amato tutto ciò che mi ruba la serenità, ma ho sempre affrontato le cose, senza mai aggirare l’ostacolo. Purtroppo non dipende da noi, quindi dobbiamo accettare tutto, nel bene e nel male.
Sono demoralizzata. Sento che sto sprecando il mio tempo. Sento di essere io stessa sprecata. Non perché creda di essere chissà chi o creda di meritare chissà quale posto prestigioso, ma perché non so cosa accadrà domani. Non siamo robot, siamo esseri umani e in questo c’è che ci affezioniamo a chi ci sta intorno. Io mi ero affezionata ai miei alunni e lasciarli non è stato facile. Chissà cosa penseranno ora che si troveranno un’altra prof. Chissà se io sono riuscita a lasciare qualcosa a loro……non lo saprò mai:anno dopo anno mi ritrovo platee sempre nuove. Loro si devono abituare al cambio professori e io al cambio alunni….è un male da qualunque angolazione di guardi la faccenda
Dove ci eravamo lasciati? Ah si, a prima delle vacanze. Ora invece siamo, inesorabilmente, giunti al “dopo”. Perché i giorni di ozio scappano sempre in fretta, mentre quelli di lavoro non passano mai? Misteri del lavoro…
Quest’anno voglia zero. Da brava precaria ho dovuto ricominciare un’altra volta tutto daccapo (e chissà per quanti anni dovrà essere così): scuole nuove, colleghi ed alunni da conoscere. Mi sa che mi deprimerò…non sono una che ama le novità, non è facile adattarsi, preferisco di gran lunga la mia piccola nicchia di “certezze”, ma per questo sono nata nell’epoca sbagliata. Cosa abbiamo noi trentenni oggi se non un grande punto interrogativo davanti a noi? Sono stanca di conquistarmi la stima delle persone per poi dover ricostruire tutto, anno dopo anno. Ti fai conoscere ed apprezzare e cosa resta di ciò? Niente. E’ come giocare a fare i castelli di sabbia: più riesci a farlo bello, più l’onda che lo travolgerà è in agguato e tu lo sai sin dall’inizio che questo è. E’ così che mi sento in questo momento: come una che si ammazza di lavoro per costruire qualcosa per poi rendersi conto che ha sbagliato tutto. Anzi, peggio ancora, mentre mi ammazzo di lavoro so che andrà tutto perso. Le difficoltà mi hanno sempre sconvolto, non ho mai amato tutto ciò che mi ruba la serenità, ma ho sempre affrontato le cose, senza mai aggirare l’ostacolo. Purtroppo non dipende da noi, quindi dobbiamo accettare tutto, nel bene e nel male.
Sono demoralizzata. Sento che sto sprecando il mio tempo. Sento di essere io stessa sprecata. Non perché creda di essere chissà chi o creda di meritare chissà quale posto prestigioso, ma perché non so cosa accadrà domani. Non siamo robot, siamo esseri umani e in questo c’è che ci affezioniamo a chi ci sta intorno. Io mi ero affezionata ai miei alunni e lasciarli non è stato facile. Chissà cosa penseranno ora che si troveranno un’altra prof. Chissà se io sono riuscita a lasciare qualcosa a loro……non lo saprò mai:anno dopo anno mi ritrovo platee sempre nuove. Loro si devono abituare al cambio professori e io al cambio alunni….è un male da qualunque angolazione di guardi la faccenda
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