STORIE DI ORDINARIA F0LLIA DI UN'INSEGNANTE PRECARIA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

30.11.06

Cogito ergo sum?

Interrogazione di civiltà (terza media): l'alunno XY ha fatto una discreta figura. Bene il questionario, ben organizzata la mappa concettuale, esposizione orale proprio ok............quando stavo per annotare il voto sul registro, mi arriva tipo una secchiata di acqua gelata (proprio con pezzetti di ghiaccio per intenderci). E' l'alunno XY il quale mi domanda serafico "prof, scusi, mi chiedevo : dove si trova Cannes, vicino Hollywood?". Credevo mi volesse prendere in giro, ma non ne aveva motivo visto che la domanda era davvero assurda e tale da compromettere la valutazione. Dunque, senza perdere la calma, gli ho chiesto che senso abbia studiare senza porsi domande, senza chiedersi il perchè. Tu mi fai lettura, questionario, riassunto ed esposizione del Festival di Cannes e non ti viene in mente di capire dove si trovi (fermo restando che è vergognoso che tu non lo sappia già.......). Da qui è partito un dibattito in classe che ha confermato quello che io penso di questa nuova generazione (ed anche della mia): la totale superficialità, il non andare mai in profondità per capire le cose, per chiedersi le motivazioni, la mancanza di stimoli per andare alla scoperta...Il dibattito è stato desolante perchè ho avuto delle conferme. Hanno con lo studio , con la conoscenza ed in generale con la vita. Prendono tutto passivamente. Ok, questi sono i compiti. Cerco di farli, mi tolgo il pensiero, magari mi becco un bel voto e stop. Dietro questo "bel voto" così papy e mamy sono contenti, il vuoto. Mica a loro interessa capire cosa fanno e perchè? Il quadretto è peggiorato quando, per fare un esempio di qualcosa che credevo potesse interessare loro, ho chiesto quando guardano un film se poi traggono delle conclusioni. Risposta: "no, vogliamo vedere come va a finire"; non vi dico quando mi sono azzardata a chiedere il loro atteggiamento leggendo un libro. Ve lo risparmio...di avvilita basto io.Mi domando se la responsabilità non sia anche della scuola, se non della società? Stimoliamo abbastanza i nostri alunni a pensare, a sviluppare una loro capacità di discernimento e riconoscimento? E' un dubbio amletico, ma è anche vero che per quanto noi possiamo fare, se il terreno è arido non darà mai frutti. E' l'immagine classica del gato che si morde la coda: loro non hanno un senso critico perchè magari non stimolati, ma quando stimolati adeguatamente, questo senso critico stenta a venire fuori. Un bel grattacapo. Non intendo arrendermi. Proprio oggi, in prima B, ho fatto un discorso sull'importanza di rendersi autonomi, di avere un metodo e da lì sono passata poi al concetto di farsi semrpe domande, di rimettere sempre in discussione le cose, di andare oltre le apparenze. Certo, ho incominciato a lanciare un sassolino nello stagno, ci vorrà un lungo lavoro. Probabilmente, ancora una volta, questa mia precarietà (oggi qui domani chi lo sa?) mi porterà a non sapere mai se ci saranno i frutti di quello che ho fatto o no, ma io voglio spapere che ce l'ho messa tutta per scuoterli dal torpore.

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