STORIE DI ORDINARIA F0LLIA DI UN'INSEGNANTE PRECARIA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

12.12.06

genitori...

Ok, un blog non basterebbe per esaurire l'argomento, figurarsi un post. Mi limiterò a qualche osservazione partendo da un episodio accaduto a scuola.
Ora di ricevimento. Arriva la madre di un'allieva la quale al mio farle notare che la figlia talvolta tende a bluffare, prima ha fatto una faccina sorpresa, poi è stata contenta (si, contenta) del sapere che la figlia affronti così la vita (cito testualmente "di questi tempi è un bene che siano svegli"........certo, svegli è un bene, furbetti è un altro discorso). Al tal punto io, con molta calma, ho replicato che questa è un'idea che io rispetto, ma non condivido e, siccome la ragazza non è mia figlia, ma una mia alunna, lei la educhi come crede, ma io in classe non posso accettare che la ragazza utilizzi mezzucci, perchè non rientra nei miei obiettivi insegnare a percorrere la strada più breve per raggiungere un risultato.
Non paga, la signora mi ha anche chiesto come mi regolo poi con la valutazione se dò prove di verifica differenziate per fasce di livello e mi ha detto che la figlia ed altri compagni lo trovano ingiusto. A parte che io ho spiegato (e se per questo l'ho fatto perchè ho voluto, non certo perchè "tenuta" a farlo) che trattavasi di prova soggettiva proprio per capire se tutti avevano recuperato, tant'è che ho impiegato moltissimi giorni a prepararla in quanto mi sono presa tutti i compiti di novembre, ho ripescato gli errori di ognuno e ho fatto prove per capire se tutti avessero recuperato le lacune. E' chiaro che se un NS del primo compito mi ha risposto bene a tutte le domande mica passa ad ottimo!
E poi cosa vogliono questi che arrivano e pretendono di giudicare, criticare, capire quale recondito motivo ci sia dietro i gesti di ogni professore.
Non sono a classica insegnante poco incline al confronto, parlo molto con i miei allievi, spiego loro molte cose e qundo mi vengono a riferire che pensano a mie eventuali ingiustizie mi cadono le braccia. Per me sono tutti uguali, conta quello che sanno ed io valuto ciò che vedo. E' chiaro che poi dall'allievo particolarmente brillante potrò e dovrò attendere il massimo dei risultati, perchè sarebbe un peccato non sfruttare tutte le potenzialità di quel dato ragazzo; da un allievo meno brillante dovrò attendermi sempre il massimo, ma relativamente a quello che il ragazzo meno predisposto alla materia potrà darmi per cui terrò in considerazione i progressi anche minimi e mi accontenterò del minimo sindacale che però per quel ragazzo corrisponde la massimo....

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh detto come dice lei il discorso si che ha senso.
Le dirò: ho sempre pensato (pure io, purtroppo) che i prof avevano preferenza (beh ad essere sincera qualcuno le fa però come si suol dire non si può fare di un pò d'era un fascio!)
Bacione prof.
P.S: le ho lasciato un commento nel post precedente.
Besos

Anonimo ha detto...

Il giudizio delle famiglie sul nostro metodo sta diventando davvero imbarazzante e invadente... come ti capisco!

prof ha detto...

Per Patty-dianamicio:(Premetto che ho perfettamente capito il senso del tuo post per cui quello che dico non è un rimprovero a te, ci mancherebbe altro! Anzi continua a leggere e a commentare, il punto di vista di un allievo mi interessa moltissimo). Professori che hanno "preferenze" esistono, non sto qui a raccontarti favolette, ma ti assicuro che sono molti di meno di quanti ne immaginiate voi alunni!
Dietro al comportamento degli insegnanti molto spesso ci sono motivazioni che non si comprendono (se non quando ti trovi dall'altra parte) e vengono scambiate per "favoritismi". Ti faccio un esempio pratico: ieri due miei alunni non avevano portato il libro, sul quale c'erano degli esercizi da svolgere per cui per me no libro=no compiti=impreparato (tipo "No Martini no party").....può accadere che uno l'abbia davvero dimenticato, ma se accetto questa scusa poi è troppo facile per chiunque non voglia fare i compiti dirmi che non ha libri e quaderni!!!!!. Entrambi hanno avuto impreparato (anche perchè non mi hanno saputo rispondere quindi altro che libro, non avevano fatto i compiti!!!!!!!!), ma solo uno ha avuto un avviso da far firmare alla famiglia. Detta così sembrerebbe un'ingiustizia: perchè ad un alunno si e all'altro no, dal momento che entrambi sono stati "beccati"? La motivazione è presto spiegata: per l'alunno punito con avviso a casa trattavasi della terza volta, per l'altro della prima.
A parità di "evento scatenante", permettono i miei allievi che io informi la famiglia di quello recidivo e che dia una chance in più a chi sta sbagliando per la prima volta? E' chiaro che in questo modo cerco di trasmettere un messaggio alla classe: chi sbaglia paga (su questo non ci piove ed è proprio una di quelle cose sulle quali non posso transigere), ma se sbaglia due/tre/quattro volte dovrà esserci uno "step" successivo oopure pensa che io vada avanti a furia di impreparato senza che i genitori ne vengano a conoscenza?
Questo purtroppo gli allievi spesso stentano a comprenderlo. Magari "il recidivo" è andato a casa a dire "anche il compagno X non aveva il libro (si, perchè mica dirà che interrogato nessuno dei due ha spiccicato parola!!!!!!!!!!!!!!!!), però la cartolina a casa solo a me (povera stella). Ovvio che l'alunno, in cattiva fede, si limita a riportare la parte del discorso che possa tornargli utile estrapolandola dal contesto ed ecco che ne esce fuori una versione a lui" comoda". Altrettanto ovvio, trovarsi la madre che verrà a chiedermi il perchè....Mi vedrò costretta a farle notare la scorrettezza e cattiva dede del figliolo. In tal caso, pensateci bene voi alunni, chi è vittima di un'ingiustizia, l'allievo punito epr aver commesso un errore o l'insegnante giudicato:
1. da una classe che non comprende la sottile differenza tra prima infrazione della regola ed indifferenza totale ai richiami;
2. da un genitore che dà retta al figlio senza preoccuparsi di capire come siano davvero andate le cose e che magari arriverà a scuola "pretendendo" scuse?

Per Kysra: l'ingerenza dei genitori talvolta travalca i limiti....ma non comprendono che noi siamo lì per il bene dei loro figli e che un obiettivo raggiunto è per noi motivo di grande soddisfazione professionale, mentre un obiettivo fallito ci getta in un mare di dubbi e ci porta a rimetterci continuamente in discussione?
Non è forse chiaro che per noi i nostri allievi sono una priorità? Che ci dedichiamo con passione al nostro lavoro?
La collaborazione scuola-famiglia, il "remare tutti nella stessa direzione", non dovrebbe essere un caposaldo universalmente riconosciuto,accettato e condiviso?

Anonimo ha detto...

Come ti comprendo manu. Insegno da qualche anno, anche io precaria...
Quando viene un genitore per me è colui che collaborerà con la scuola per costruire qualcosa che porti alla crescita umana e culturale degli alunni.....purtroppo è una mia proiezione mentale, perchè le cose spesso sono diverse. Tanti i genitori arroganti che vengono da me pronti a scaricarmi addosso giudizi aprioristici ed infondati.......
PAr carità nessuno di noi ha bacchette magiche,ma almeno cerchiamo di fare il possibile per risolvere alcune questioni. Magari non sempre con successo, ma sempre con coscienza.
purtroppo questo a molti non fa comodo......