Cosa mi viene in mente l'altra sera? Il mio viaggio a Disneyland del 1996. Di viaggi ne ho fatti tanti, ma Disneyland mi è rimasto nel cuore. Sapete perchè? In un nanosecondo, appena varcato l'ingresso di quel fiabesco mondo, ho avuto una sana regressione infantile, un tuffo nell'infanzia, una dolce sensazione di sentirmi piccola, immatura e capace di gioire per piccole cose il che mi ha fatto rendere conto di quanto la maturità ti rubi un pezzetto di possibilità di essere spontaneo come un bimbetto (Pascoli me lo diceva ed io lì a ripetergli che era un esageratone) e sta a te ricordare che quel bimbetto esiste ancora ed è un peccato disfarsene perchè è come rinnegare una parte di te. Purtroppo le relazioni sociali che vivi, i rapporti che intrecci, le persone che incotri, il contesto nel quale vivi fanno di tutto per renderti disncantato e non mostrare quella parte spontanea di te...eppure sarebbe talemente bello esprimere il lato puro di sè....
In quell'estate stavo preparando la tesi e, contemporaneamente, il maledetto esame di glottologia. Tutti gli studenti hanno, nel proprio corso di laurea, la "bestia nera". Per me era, appunto, glottologia. Me lo ero trascinato praticamente dal secondo anno. La cosa non è da me: io che ho fatto tutti gli esami in fila, io che non ho mai avuto un voto inferiore al 29, io che non avevo paura di niente, neanche di esami per i quali la gente si disperava mesi, non trovavo il coraggi di andare all'appello. A dirla tutta non trovavo il coraggio di rispondere all'appello e così glottologia ha accompagnato le mie giornate, i miei pensieri ed i miei incubi...finchè un giorno ho dovuto prendere il toro per le corna (non per coraggio, ma per causa di forza maggiore: mi mancava solo un esame, non potevo continuare ad evitarlo). Giugno 1996 Inglese IV e Letteratura nord-americana.......ottobre: glottologia. Ero esaurita come non mai e quell'anno mi sono concessa questo viaggio. Non sarò mai grata abbastanza a chi mi ha incoraggiato a mollare tutto per una settimana, a chi mi ha spinto a staccare la spina. Quel viaggio è servito a capire tante cose e a fare di me una persona più consapevole. Ironia della sorte? Per diventare più matura e consapevole ci è voluto un viaggio che mi riportasse a quando ero bambina...
4 commenti:
Un bonjour de Belgique
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Ciao Manuela!
Navigavo un pò per curiosità, un pò per cercare di risolvere un dubbio relativo al mio lavoro, che mi sta assillando in questi ultimi giorni, rientrando da un viaggio di " distruzione", come lo hai chiamato tu, e sono capitata nel tuo blog.
Non sono una precaria, ma una " cariatide" non troppo lontana dal pensionamento e sicuramente è per questo,e per una certa "seriosità" del mio carattere, che ho iniziato a leggerti con un lieve scetticismo, tanto la tua scrittura, pur spiritosa,dapprima mi sia sembrata - scusa, ma non mi viene in mente altro - "superficiale"; continuando però a leggere con più attenzione e soprattutto con meno prevenzione, mi sono divertita e mi è sembrato di capire che l' apparente superficialità è solo una scelta stilistica e il desiderio di sdrammatizzare le piccole miserie quotidiane del nostro lavoro sorridendo e facendo sorridere.
A questo punto ti ho invidiata, sia pure benevolmente. Ah fossi stata io capace, da precaria, e lo fossi anche adesso, - sebbene il tempo e l'esperienza mi aiutino a farlo, ora, almeno un pochino - di ironizzare come fai tu! E avessi avuto io uno strumento come il pc per tirare fuori tutte le lievi angosce ed esprimere gli stati d'animo che il lavoro e il crescere suscitano in noi!
Così, volevo solo dirti quello che ho via via pensato leggendoti e nello stesso tempo comunicarti che, magari modulati con un registro diverso, i tuoi stati d'animo e molte delle cose che scrivi sono state vissute e sentite, e alcune lo sono ancora, creandole angosce più o meno grandi, anche da una non precaria che , oltre al mestiere di insegnante, si sforzava di imparare contemporaneamente quello di madre e moglie.
Tornerò a leggerti per continuare a progredire in quella profonda leggerezza che a te è stata donata.
Con affetto!!!
Pour le raleur: merci pour votre salutation!
Cara collega, innanzitutto GRAZIE MILLE per il tuo post e per il tuo graditissimo commento. I complimenti, si sa, fanno enormemente piacere, ma anche le critiche. Apprendere del tuo iniziale scetticismo nei confronti dei miei scritti mi fa riflettere.
Hai focalizzato benissimo la situazione: sdrammatizzo molto di ciò che accade e se i miei scritti risultano superficiali significa o che sdrammatizzo fin troppo bene oppure che non ci riesco per nulla ;-)
All'inizio questo blog è nato per gioco. In realtà non pensavo neanche che qualcuno leggesse e, tantomeno, si potesse interessare o lasciare commenti. Scrivevo (e scrivo) "di getto" : quando arrivi a casa stanca e magari ti girano pure, incominci a spogliarti svogliatamente a svuotare la borsa etc....io invece di svuotare la borsa scrivevo e scrivo per liberare la mente e tante cose le butto lì senza riflettere troppo! Quello che all'inizio era un modo per parlare "a me di me stessa", pian pianino, si è trasformato e non è più, o almeno non è "solo", un modo per dire le cose a me stessa, ma è diventato un piccolo spazio aperto al confronto. E se il blog ha subìto tale trasformazione è grazie a voi che interagite con me...
La capacità di ironizzare è importante, hai ragione, ma purtroppo non annulla quelle "piccole angosce" di cui tu parli. Le "esorcizza" solo un pochino. Leggere i commenti di chi, magari, ha/ha avuto un'esperienza simile aiuta a non sentirsi soli nè "impotenti" di fronte a determinati episodi.
Cara collega, grazie ancora per tutte le tue impressioni. Ne farò tesoro. Grazie per avermi fatto riflettere su quella "superficialità" che hai notato.
Torna a trovarmi presto,
manuela
PS: chiedo a chi legge il mio blog di farsi avanti e di dirmi, sinceramente come ha fatto l'anonima collega, cosa pensa davvero di ciò che scrivo.
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