STORIE DI ORDINARIA F0LLIA DI UN'INSEGNANTE PRECARIA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

16.4.08

post che capiremo in due

Lo so che tra me e te non ci sarà mai nulla. L'ho sempre saputo, anche nei periodi in cui tu hai provato un avvicinamento ed in quelli in cui l'ho provato io. Siamo amici e ci adoriamo, ma la nostra amicizia non potrà mai chiamarsi amore, nè infatuazione, nè "una botta e via", nè allegria, nè complicità. Sappiamo tutto di noi. Forse il problema è qui. Sappiamo tutto, troppo e quando ti vuoi innamorare non solo non accade, ma non può accadere quando l'altro è un libro aperto. So leggere il tuo sguardo. Negli anni ho capito dai tuoi occhi quello che stai per dire. Come quella volta che ho capito che stava cambiando tutto, quella successiva in cui è accaduto e quella ancora dopo in cui ho capito che affinchè tutto resti com'è, è necessario che tutto cambi. Ho imparato a sentire quando hai bisogno di me, quando mi vuoi mandare a quel paese, quando provi qualcosa che sta per andare al di là dell'amicizia, ma che non fa il salto perchè il salto non lo può fare. Sono venti anni che lo so, che lo sappiamo. Questo saperlo ci ha accompagnato e continuerà mentre costruiremo le nostre vite. In realtà già lo abbiamo fatto. Tante volte abbiamo gioito insieme, siamo stati contenti perchè la persona che era al fianco ci sembrava quella giusta. Però poi a quella persona mancava sempre quello che io ho e che tu vorresti, quello che tu hai e che io vorrei e che però non possiamo darci perchè "non è così che andrà". Un milione di volte in quell'abbraccio ho capito tante cose, un milione di volte tenendoti la mano il cuore mi è battuto talmente forte che ho pensato "adesso il salto lo facciamo" e lo hai pensato anche tu... Solo che quel salto ha fatto paura ad entrambi e non lo abbiamo mai fatto. Abbiamo sempre saputo leggere nei nostri silenzi e rispettato le scelte che ci coinvolgevano. Credi che a me facesse piacere conoscere via via le fidanzate che sfilavano al tuo fianco e che mi presentavi come "l'unica che potrà aiutarmi a non pensarti"? Cavoli, io che sono un tipo concreto, mi ritrovo ad essere impelagata in questa cervellotica storia che non so neanche come chiamare.
In questi anni ho attraversato tanti momenti in questa storia infinita con te.... Oggi è uno di quelli. Uno di quelli in cui mi hai detto che sei in fase di stabilizzazione, al lavoro ed in amore.... E mi sono sentita dopo questa frase, uno straccio, una nullità, una che non ha saputo cogliere l'attimo, una che si è fatta sfuggire un'occasione per essere felice. E mi sento sola. Perchè tu non mi avevi mai detto questa parola "stabilizzazione". E' nuova e mi fa paura. Potevo accettare, forse, che mi parlassi di una donna che poteva aiutarti a non pensare a me, ma questo mi spaventa. A morte. Non voglio perderti. E' buffo: per non perderti come amico ho rinunciato ad averti come amore. Questa rinuncia adesso mi sta portando a perderti come amico. Non so se ce la faccio. E' una batosta, l'ennesima, assomiglia ad un lutto...
Per la prima volta in venti anni sto pensando "maledetto il giorno che t'ho incontrato", quella sera sulla spiaggia quando, praticamente bambini, mi tenesti per mano e dicendomi che non avevi mai provato sintonia con nessuno come con me. Io mi dovevo buttare, invece mi sono tirata indietro. Probabilmente sarebbe stata una tipica storiella adolescenziale, saresti venuto in motorino sotto scuola ed io avrei litigato con i miei per uscire con te. Sicuramente non sarebbe stata una grande amicizia, oggi avremmo reciprocamente perso le tracce ed oggi avremmo un tenero ricordo che ci farebbe sorridere, non stare male. Invece no...abbiamo trascinato il tutto negli anni ed è logico che prima o poi uno dei due sarebbe stato male. Tocca a me, come qualche anno fa a te e prima ancora a me... Sai che ti dico? Mi sento come in "Sliding doors".... E che cavolo, una mazzata così io non me la merito. Fossi una dalla vita dissoluta, che le cose se le cerca, capirei, ma io non sono così. Oddio, ho sempre odiato chi dice "io non sono così", pensando "cazzarola, se davvero non sei così non hai bisogno di dirlo, se ne accorgeranno" eppure mi ritrovo ed anche questo è colpa tua. Che cosa vuoi da me? Perchè vieni a dirmi che stai mettendo a posto la tua vita? Perchè vieni a raccontarmi che nella tua vita non c'è posto per me e nella mia non c'è posto per te? Perchè mi fai star male e mi ricordi che sono io che l'ho voluto?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivo di ritorno da l concerto di Gianni e davanti a una birretta che mi aiuti a rilassarmi per casini miei. Premetto una cosa: a questo post probabilmente non dovrei rispondere, sconfina nel privato... rispondo ugualmente perchè ugualmente l'ho letto... tutavia non mi offendo se vorrai cancellare il mio intervento.

Voglio solo dirti questo: le righe che hai scritto sono tue personali ma ti assicuro che tantissimi potrebbero averle scritte al posto tuo. Non così bene forse, ma mi riferisco piuttosto al concetto espresso, al messaggio.
Perchè vedi, in quelle righe c'è l'essenza dell'amicizia uomo-donna. Quella che per qualcuno non esiste o non può durare. Quella che è forse l'espressione più vera di una'amicizia, proprio perchè giorno dopo giorno per chissà quanto tempo deve confrontarsi con quell'attrazione fisica e non solo che nasce inevitabilmente tra un uomo e una donna.
Quella che dipinge perfettamente la definizione di "migliore amico/a"...
Il vederla svanire e il dolore che ne consegue è indice di quanto sia vera e profonda. capita a tanti, ma non a tutti. A volte manca la scintilla definitiva, a volte si fa apposta a bagnare le polveri proprio perchè non ci siano scintille. A volte il condividere storie sapendo che all'altro faranno male è un modo per mettersi alla prova, per vedere fino a che punto l'altro sappia tenere i freni tirati. Poi ci si spaventa, o ci si illude di essere forti abbastanza da poter far finta di niente... poi la vita, coi suoi alti e bassi e le prove che ci propone ci tiene legati a quello che è il punto di riferimento più sicuro, più fedele, più tutto.
Funziona così, credimi. Non hai nulla da rimproverarti. Per quanto male ti possa fare, è un'esperienza tremendamente vera. Non sentirti stupida, non sentirti inutile, non sentirti responsabile di scelte che non sono mai state tali. Credimi, non capita solo a te, e se questo non è certo un motivo per consolarti, lo è per credere che non ci sia nulla di raro.
E credimi anche sul fatto che ci si riprende, senza accorgersene, si torna forti alla faccia di un destino che non riusciamo a capire.
Tieni duro, il tempo si porta via tante cose, e a volte ne riporta altre che credevi perse per sempre.
Un'ultima perla di saggezza: "stabilizzarsi" è una piacevole illusione. Raggiunto l'equilibrio, per mantenerlo serve uno sforzo grande almeno quanto quello che si è compiuto per lasciare che una splendida amicizia restasse tale. A volte non basta neanche quello.

prof ha detto...

ah allora qualcuno in più dei "due" c'è?
Tanta saggezza da un fascio come te mi commuove, sai?
Comunque, parentesi milanese a parte, è un periodo di merda...Attendiamo che passi quest'ondata di negatività!
Hai fatto benissimo a scrivere, non si sconfina nel privato. Cioè quel che scrivo lo è, ma avendolo pubblicato, non è certo un segreto….
Una domanda…il tempo si porta via un sacco di cose. Sacrosanto, Beppuccio. Venti anni però non avrebbero dovuto portar via molte più cose?

Anonimo ha detto...

Guarda, non tocchiamo il tasto dei 20 anni. Il tempo si porta via un sacco di cose ma non è detto che si porti via quelle giuste, anzi il più delle volte quelle più "pesanti" restano lì, ancorate al terreno e magari ti accorgi che proprio a loro sei rimasta aggrappata anche tu.

Ripeto, la questione è molto personale per poterla liquidare con due parole o anche con un trattato di psicologia. Però non è affatto rara, per quanto uno si possa illudere l'amicizia uomo-donna resta uno dei misteri più grandi.
Cerca di vederla sotto questo aspetto... non pensare che stai perdendo una persona, perchè non potrai mai averne la certezza... ma di una cosa devi essere sicura e devi andare orgogliosa: l'aver costruito qualcosa di straordinariamente profondo e irripetibile. In fondo, la bellezza della vita sta proprio nella sua unicità. Anche quando qualcuno ti dice "che capita un po' a tutti". La tua, la vostra amicizia, è unica. Vanne fiera.

Anonimo ha detto...

Va bè ma allora anche a me va tutto storto, sei venuta su a Milano x una sola sera per tornartene a Napoli a votare che se evitavi non è che se ne accorgevano in tanti... ehehe scherzo dai!

Ascolta: il tuo "mi sono rotta le scatole" è anche mio. Vale per i rapporti tra le persone, vale per l'impegno che metti nel cercare di cambiare le piccole cose del piccolo mondo in cui vivi, vale per tutto ciò in cui credi.
Il fatto è che se uno è nato per rompersele le scatole, per lottare contro i mulini al vento, per farsi un fondoschiena così sapendo che poi si troverà pentito, farà il triplo della fatica solo per provare a cambiare la sua indole.
E' chiaro che quando in gioco ci sono dei sentimenti e dei legami tra persone la cosa diventa molto molto complicata...