Da quando sono entrata nel mondo lavorativo me lo sono sentita ripetere tantissime volte. Ora stanno rompendo. Ok, sono giovane. Questo significa anche inesperta e mi sta benissimo. Sono la prima ad approcciarmi con molta umiltà alla professione, a riconoscere la mia necessità di imparare e per questo molte mie serate e weekend sono fatti di informazione, aggiornamento, ricerca etc. Quello che mi fa girare tutto (non solo i soliti attributi) è che la mia "giovane età" sia, agli occhi di tutti, il motivo per il quale sono ligia al dovere, puntuale, precisa. Molti colleghi (e non solo) pensano che io mi comporti in modo esemplare (secondo loro, io credo di fare essenzialmente il mio dovere professionale e morale) solo perchè non ancora impigliata in determinate dinamiche. Alcuni mi dicono che "non ho ancora visto il marcio", altri mi ripetono che "loro ne hanno vista di acqua passare sotto i ponti" etc.
A me questa cosa irrita all'inverosimile. E' verissimo, nella scuola ci sono da poco. Il marcio l'ho visto bene (e tutto) sin dall'inizio (sarà che salta agli occhi). Eppure non mi ci nascondo dietro nè, men che meno e "siccome le cose vanno in un certo modo", mi inserisco nel sistema. No, signori non funziona così. E mi auguro di restare come sono per sempre. Purtroppo quelli come me si chiamano "cretini".
Due esempi, tanto per capirsi (me ne potrei fare cento, mi limito agli ultimi due):
1. questa mattina ore 8. Ero a disposizione il che significa che non ero inserita nei turni di assistenza. La presidente di commissione ieri ci ha detto che chi nel giorno x è a disposizione, deve presentarsi alle ore 8 e, se non ci sono assenze da coprire, per lei è ok che alle 8,30 si lasci la scuola. Ore 7.45, arrivo a scuola e saluto i miei emozionatissimi alunni. Riunioncina con la presidente. Tutti presenti, la presidente congeda noi a disposizione. Io vado in segreteria e poi mi accomodo in sala docenti a sistemare il mio cassetto etc. Fa capolino la Presidente e mi guarda dicendo "lei che fa qui?" ed io "sto ingannando il tempo". La sbigottita Presidente mi dice che potevo andare via. Ed io "lo so (non è che sono cretina), solo ho visto i miei allievi emozionati e mi fa piacere salutarli a fine della prova". Ha sgranato gli occhi, le orbite le sono uscite e mi ha replicato "ah........................si vede che è giovane". Non ho capito: solo se sei giovane ci tieni a sapere come sono andati i tuoi alunni nella prima prova importante della loro carriera scolastica? Solo se sei giovane vai a scuola per salutarli prima dello scritto? Solo se sei giovane hai una coscienza, ti affezioni e ci tieni davvero ai tuoi ragazzi? Se è così chiedo a Dorian Gray come possiamo organizzarci per fermare il tempo......
2. Scrutini: collega (giovane anche lei) assente per gravissimi motivi di salute. La Preside predispone la sostituzione. Ironia della sorte chi la sostituisce esce anche lei da una convalescenza molto difficile. Dopo gli scrutini, la poveretta, ha un malore (reale) e chiede di andare via. L'insegnante avrebbe dovuto riportare i giudizi sugli statin d'esame. La sottoscritta (perchè GIOVANE) si offre di fare il lavoro della collega. No, non sono Madre Teresa di Calcutta, ma mi rendo conto se sia il caso di dare una mano. Per me non ha senso dire "povera collega, quanto mi dispiace". Il senso al tuo reale dispiacere lo dài dandole concretamente una mano altrimenti il tuo dispiacere te lo puoi pure fare fritto. A parte l'ovvia considerazione che se ci fossimo divisi il lavoro tra noi del consiglio di classe sarebbero toccati due statini a testa e avremmo aiutato la collega in dieci minuti (invece io ci ho impiegato un paio di ore....dopo di che ho dovuto ricompiare anche i giudizi delle mie classi....dimenticavo sono GIOVANE!), arriva la stronza di lettere e mi fa "e tu che stai facendo?" ed io "il lavoro di X". Lei, basita mi dice "ma lo vuoi capire che non stai mica aiutando lei, ma la scuola?". A parte il fatto che a me parlare in via generale, dicendo "la scuola" me le fa girare non poco....che significa? La scuola intesa come? Non è finita qui: la collega, mentre io con un callo al dito medio che spaventerebbe il miglior callista del territorio nazionale, continuavo a scrivere sperando di non sbagliare nulla, non la smetteva di vomitare parole sulle previsioni future "cambierai atteggiamento e sarai meno disponibile quando ti renderai conto di tante cose". L'ho ignorata. L'unica cosa della quale mi rendo conto è che NON VOGLIO DIVENTARE COME LORO. Non voglio perdere la mia dignità. Vorrei urlarglielo che sono così perchè questa sono io. E che dubito che la vita mi cambierà. La verità è che, sotto sotto, io ce la metto tutta, ma non ho la sfera di cristallo. Spero solo che la scuola non inaridisca anche me....
9 commenti:
Eh già Manu...
Questa è proprio una visione della realtà distorta.Cioè in pratica il professore che si interessa ai suoi alunni che cerca di aiutare i colleghi se si trovano in difficoltà: o è scemo o è giovane?! Ma stiamo scherzando...Cose che dovrebbero essere normali per un docente sono straordinarie, avvicinabili a "miracoli" compiuti o per scarse facoltà mentali o per poca "abitudine" ad un lavoro che con l'andare del tempo ti mostrerà i suoi lati peggiori..Oh , Signore ! Questa è pura follia..Tu Manu, non cambiare...
"si vede che è giovane" ...No ! è semplicemente una persona intelligente che fa il proprio dovere.Incredibile , eh?!
Grazie Fra' per il commento e per il sostegno......si vede che sei giovane anche tu :-)
Ora mi picchiano... lo so... mi picchiano...
Ma... allora, preciso subito che FAI BENISSIMO A NON VOLER DIVENTARE COME LORO!
E anche che acquisire anzianità ed esperienza NON vuol dire diventare stronzi in automatico come sembra siano alcuni tuoi colleghi.
Precisato, premesso e ribadito quanto sopra, mi permetto di fare un'osservazione.
Non sono insegnante ma non lavoro da due giorni. Varie volte mi sono sentito dire "si vede che sei giovane" e a dir la verità quando non te lo diranno più credimi, ti dispiacerà.
Tuttavia pur ritenendo di non essere diventato come loro (perchè in ogni mestiere c'è un "loro", che io identifico nel cinico/strafottente/opportunista/leccac**o di turno) mi sono ritrovato a confrontare l'atteggiamento che ho oggi al lavoro rispetto a quello dei primi mesi o anni.
Anch'io allora credevo di aver visto "il marcio", ma il marcio che salta all'occhio è solo una piccola parte del marcio che c'è in realtà. La cosa triste è che per un processo naturale indipendente dalla tua/mia volontà, parte del marcio diventa consuetudine. E' un po' come cambiare il sacco dell'umido: le prime 3 volte noti che puzza e storci il naso, ma lo fai (perchè non sei come gli altri che lasciano lì, tanto puzza...), poi non ci fai più caso. Per uno appena arrivato la puzza c'è e si sente, per te c'è ma non la senti più. Spero di essere stato chiaro.
In più a volte qualcosa che all'inizio ti sembrava marcio sei costretta a rivalutarlo in un'ottica magari più esperta. Esempio... quello che a naja spesso sconfina nel "nonnismo"... ovvero un tacito ordine gerarchico basato sull'anzianità. Da balda matricola credevo fosse tutto bullismo, provai (come tutti) a cambiare le cose e constatai che dando certi diritti (pur sacrosanti) a gente appena arrivata i danni creati erano superiori a quelli della situazione precedente. Allora tanto valeva mettersi in coda per ultimi in mensa piuttosto che ritrovarsi in turno di guardia durante un festivo per colpa di qualche soldatino appena arrivato che aveva deciso di sbronzarsi in servizio "tanto vino ce n'è in abbondanza"... se mangiava per ultimo, vino non ne trovava e rigava dritto. E chi è anziano non ha nessuna volgia di farsi la domenica di guardia.. il bicchiere in più se lo beve a casa...
Ora non voglio dire che ti ritroverai a cedere le cose in modo totalmente diverso tra 10 o 20 anni, dico solo che allora la prospettiva sarà diversa... le emozioni grandi e piccole resteranno sempre ma avrai sperimentato che a una clase ti affezioni a un'altra no, che una collega ti fa sentire importante e un'altra ti sputa addosso a prescindere dall'anzianità... e tante altre piccole cose.
E' il bello di crescere, anche al lavoro.
Cmq Prof, anche dalla foto si vede che sei giovane!
perle di saggezza caro Beppe. Condivido ogni virgola...
Besos
Tranquilla, Manuela: TU NON DIVENTI COME LORO,NOI NON DIVENTIAMO COME LORO! "Loro" queste cose non le facevano neanche da giovani. Ne sono assolutamente convinta.
anche io. Il dramma è che qui siamo convinte di ciò in poche decine....
Grazie per il sostegno. Appena mi riprendo racconto di oggi.........GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR, neanche a dirlo
Ripeto anch'io Manuela, che non dipende dall'età. Io insegno in una scuola superiore, con tanti insegnanti giovani e tanti altri che lo sono meno.Ora io sarei tra le più anziane - quando arrivai in quella che ora chiamo la mia scuola ero invece io tra le più giovani - e posso assicurarti che dipende dalle persone, dal loro senso del dovere, dal loro senso di appartenza ecc. ecc. Anche a me spesso toccano incombenze di altri, ma le svolgo volentieri, e non perchè, come a volte fanno alcuni, voglia attirarmi la benevolenza della dirigenza, o perchè abbia la sindrome della crocerossina, come potrebbe sembrare a prima vista, ma solo perchè sono stata educata al senso del dovere e perchè mi sembrerebbe di svalutare la mia professione, e quindi una parte abbastanza importante della mia persona, se cercassi di sottrarmi.
Errori e sbagli ne farò forse ancora tanti, ma, nonostante le difficoltà, non si è ancora spento in me il desiderio di migliorarmi e di arricchirmi anche attraverso la mia professione, di interrogarmi e di cercare di trovare le risposte alle molte domande, incertezze, che il nostro delicato lavoro, nel confronto costante con altri esseri umani in formazione, ci pone quotidianamente.
E non mi sento un'eccezione, molti colleghi sono come me, alcuni, è vero, stanno invece a guardare, e forse come i tuoi, ridicolizzano l'impegno degli altri, ma spesso è solo il loro modo di sentirsi meno inadeguati.
Ma ORA voglio annunciarti: Ho finito TUTTO, sono in semi-vacanza, come io definisco questo periodo ancora pieno di cose da fare - infatti lunedì comincio con la maturità- ma senz'altro più leggero, perchè finalmente, quando torno a casa posso rilassarmi !! ( E sai cosa faccio spesso nei momenti di pausa dai lavori domestici? Penso, leggo e ricerco, per la programmazione della mia quinta dell'anno prossimo !!)
Auguro presto anche a te tanto riposo, e soprattutto un bell'incarico per l'anno prossimo!!!
Un abbraccio
Tiziana
Grazie per il commento. Goditi lo strameritato riposo, Tiziana. Per me ancora la settimana prossima (bella pienotta) e un po' della settimana successiva...poi cercherò di rilassarmi nonostante dovrò fare i conti con il solito puntone interrogativo di "che ne sarà di me"!
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