Sin dal primo anno di incarico, a turno, diversi colleghi mi hanno consigliato di risolvere le cose da soli senza conivolgere gli altri "che nascono solo rogne". All'inizio non lo capivo nè condividevo, adesso lo capisco benissimo e, anche se non riesco a condividerlo, talvolta mi rendo conto che mi adeguo. Non perchè io sia una che si scrolla di dosso le proprie responsabilità, ma perchè, umanamente, non sempre ce la faccio a sopportare sistematicamente tutto anche in considerazione del fatto che poi ci sto male. Quando mi trovo a "coinvolgere un collega" mi trovo regolarmente ad avere le medesime risposte. Queste le reazioni-tipo:
1. fanno spallucce;
2. dicono "si si si anche per me è una situazione da rivedere" salvo poi sbattersene;
3. ti schedano come "nemico" che, da ultimo arrivato, vuole rompere gli assetti.
Analizziamo punto per punto:
1. forse fanno spallucce perchè la pensano esattamente come te, ma all'atto pratico sanno che la cosa porterà solo a dissapori e alla fine della fiera "chi te lo fa fare?". Continuiamo così, certo, la vita non potrà che essere meravigliosa!
2. ti dicono che hai ragione e che sono dalla tua parte, ma all'atto pratico nei momenti cruciali dalla tua parte ti ritrovi, chissà perchè, sempre e solo tu!
3. uno come te dà un fastidio bestiale. Loro hanno sgomitato per anni, sono persino arrivati a confezionarsi la classe perfetta e a riuscire a nasconderne le magagne, ad infiocchettare tutto con un bel nastro rosso e con i fiorellini profumati, arrivi tu e dici che la classe non è tutta sta meraviglia? Ma sei rincitrullito o cosa? Rimpiangono la ex prof di francese perchè, si è scoperto, metteva i voti che le suggerivano in cdc in modo da non rovinare il pacco-dono e tu sei quella che vuole rovinare tutto, pacco e contenuto. Mi chiedo: si sono mai posti la domandache se si sottolinea una situazione non è per "rompere le uova nel paniere", ma per fare, davvero, qualcosa per i ragazzi? Si sono mai chiesti chi voglia più bene a quella classe che non vede "bella bella bella", ma che alla quale cerca di far capire che protetti dall'ovatta non si cresce, che non avranno le spalle coperte per tutta la vita? Se davvero tali colleghi tenessero alla classe "bella bella bella" sarebbero i primi a non voler vedere sempre e comunque "il bello che c'è", ma anche i difetti per rettificarli?
1 commento:
Riguardo la prima parte del tuo intervento, riassumerei il tutto riaprendo una vecchia discussione: all'atto pratico stai invecchiando. Ops, non fraintendere... voglio solo dire che giorno per giorno prende sempre più peso il "non condivido ma mi adeguo" tipico di chi è rodato abbastanza da averne viste abbastanza,ma non abbastanza da adeguarsi condividere. Chiaro? Altrimenti riposto e traduco. In pratica sei in piena fase di transizione, fase del tutto normale che può durare anni.
Per quanto riguarda le risposte stereotipate, ne condivido l'analisi. Il tipo numero 3 ti auguro di non farlo mai tuo, è banale e umiliante; i primi due invece sono tappe obbligate per i motivi più disparati (e disperati).
Il peccato è che ci si arriva dopo anni e anni di pranzi e cene a base del proprio fegato... e proprio quando si è troppo stanchi e rassegnati per rendersi conto che l'aver pestato i piedi e tirato fuori pelotas e artigli ha dato i suoi frutti.
Cmq se ti può consolare si può dire lo stesso di qualsiasi altro mestiere, esclusi i calciatori che fanno spallucce dal primo giorno, e gli scafisti che "finchè la barca va lasciala andare"...
Posta un commento