STORIE DI ORDINARIA F0LLIA DI UN'INSEGNANTE PRECARIA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

11.10.08

Grandi news non ce ne sono. Mi sto sforzando di fare quello che ho sempre consigliato agli altri, ma che mai sono riuscita a mettere in pratica e cioè pensare al lavoro come alla cosa più importante solo durante l'orario di servizio. Sto cercando di entrare nell'otticache, terminata la giornata lavorativa, c'è la propria vita a cui pensare e che arrovellarsi la mente e rimurginare non porterà da nessuna parte (anzi da qualche parte mi porterà: all'esaurimento nervoso).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti capisco: è l'atteggiamento più difficile -per non dire impossibile- da adottare nel nostro lavoro, soprattutto se lo fai con passione... I ragazzi sono capaci, nella loro inconsapevolezza, di rovinarti un week-end ma anche di renderti euforica per una settimana... altro che impiego part-time :-)!
Comunque sono solidale con i tuoi tentativi!
Affettuosamente
Anna Maria
P.S. Ti ho linkata sul mio blog, spero non ti dispiaccia, in tal caso fammi sapere e, se ti va, passa a trovarmi :-)!

prof ha detto...

Dispiacermi? Ne sono onorata, invece! Passerò sul tuo blog.
Per me questo non è un periodo facile, mi sto ponendo moltissime domande e mi sto mettendo fortemente in discussione come insegnante e come persona, per tale motivo mi sto attivando: devo reagire!
Un saluto

Anonimo ha detto...

Porsi domande e mettersi in discussione è proprio degli animi grandi e sensibili... Le tue parole mi hanno fatto venire in mente questa frase di Giovanni Paolo II, pronunciata a proposito di S.Benedetto: "Era necessario che l’eroico diventasse normale, quotidiano, e che il normale, quotidiano, diventasse eroico". E' questa, credo, la dimensione di tutti gli idealisti che affrontano la vita con passione: essere sempre pronti a superare i propri limiti, vivere la quotidianità con coraggio... Ti sono vicina!
Anna Maria